1984

Viviamo in tempi incerti, immersi nel pieno delle conseguenze scaturite dai due conflitti mondiali che hanno segnato il secolo scorso. La nascita e lo sviluppo dei totalitarismi ha segnato il Novecento e ha scatenato un’ondata di lotte e di riflessioni profonde nelle società di tutto il mondo sui valori, sui diritti e sui limiti che andrebbero o non andrebbero oltrepassati. Se torniamo proprio a quegli anni infausti e li ripercorriamo attraverso i libri ecco che spunta, dalla pila altissima, 1984.

Scritto da George Orwell, questo romanzo rappresenta un caposaldo della letteratura britannica e internazionale, tanto originale, pervasivo e tremendo da essere stato nel corso dei decenni assorbito dal mondo, che ne ha prelevato concetti, termini e temi per usarli nella vita di tutti i giorni, o stuzzicare l’immaginario con scenari distopici sempre peggiori e attuali. In questo articolo vi parlerò un po’ di questo straordinario romanzo, e di due delle tre trasposizioni realizzate a partire da quelle pagine. Ma prima, vi presento in breve l’autore.

George Orwell: breve biografia

George Orwell era lo pseudonimo di Eric Blair, nacque nel 1903 e crebbe in India (che all’epoca era una colonia britannica). Studiò a Eton e si arruolò nella polizia imperiale di Burma. Partecipò anche alla guerra civile spagnola, schierandosi contro i franchisti. Nelle sue opere autobiografiche parla della povertà a Londra (Senza un soldo a Parigi e Londra, 1933), delle sue esperienze nella Burma coloniale (Giorni in Birmania, 1934) e nella guerra civile spagnola (Omaggio alla Catalogna, 1938), e la piaga delle miniere di carbone inutilizzate in Inghilterra (La strada di Wigan Pier, 1937).

Nonostante queste opere, oggi viene ricordato principalmente per La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949). Entrambi i romanzi vennero considerati veri e propri attacchi nei confronti del regime di Stalin, ma Orwell affermò a più riprese che la sua opera di critica era nei confronti del totalitarismo in sé, che secondo lui avrebbe potuto attecchire ovunque. George Orwell morì nel 1950 a causa di una tubercolosi che si era protratta negli anni. Aveva 46 anni.

Era famoso e troppo malato per uscire dalla sua stanza, aveva denaro e niente per cui spenderlo… conobbe tutta l’amarezza della morte.

dalla prefazione di Robert Harris

1984: la trama

1984 si svolge in un mondo nel quale il totalitarismo ha vinto, riplasmando l’intero assetto politico. In un costante stato di guerra, il mondo e la società ribollono in un perenne stato di malsano equilibrio. La storia, comunque, ha luogo nel Socing (l’Inghilterra), dove a dettare legge è il Partito, e il nostro protagonista si chiama Winston Smith. Ha 40 anni e lavora al Ministero della Verità, dove si occupa di riscrivere il passato, eliminando le contraddizioni del Partito.

Winston, però, non si sente libero: ogni cittadino di Socing è costantemente sotto controllo grazie a teleschermi e microfoni posizionati ovunque. Per questo motivo l’uomo inizia a scrivere un diario e s’imbarca in una relazione clandestina con Julia, un giovane membro del Partito. I due escono poi allo scoperto con O’Brien, un membro del Partito interno che loro credono essere affiliato alla resistenza, ma è una trappola: i due vengono catturati, torturati e “riprogrammati” per essere fedeli solo e soltanto al Grande Fratello.

1984: i personaggi

Winston Smith: è il protagonista. Ha 40 anni, una corporatura esile e un’ulcera venosa alla gamba. È anche la voce narrante. Ha un carattere introverso, riflessivo e diffidente. Visto che è dal suo punto di vista che apprendiamo la vicenda, è quello che conosciamo di più.

Julia: è l’interesse amoroso di Winston. Ha 25 anni, i capelli scuri e indossa una fascia rossa che ne denota l’appartenenza alla lega anti-sesso. In realtà fa finta di essere fedele al Partito perché, secondo lei, il modo migliore per infrangere le regole è conoscerle alla perfezione. È un personaggio molto forte (più del protagonista).

O’Brien: è l’antagonista. Membro del Partito Interno, inizialmente fa credere a Winston di essere come lui, ma gli tende una trappola e successivamente lo tortura e gli fa il lavaggio del cervello finché non lo “guarisce”.

Parsons: vicino di casa di Winston. Fedelissimo del Partito, finisce al Ministero dell’Amore perché tradito da sua figlia, che l’ha sentito dire certe cose nel sonno. È contento di trovarsi lì, perché altrimenti chissà cosa avrebbe fatto contro il Partito!

Syme: “amico” di Winston, si occupa di neolingua. Anche lui fedelissimo del Partito, viene vaporizzato per il troppo entusiasmo nei confronti della linguistica.

1984: i temi

Totalitarismo e comunismo

1984 risente in primis del clima sociopolitico nel quale Orwell lo scrisse. Durante la sua carriera lo scrittore inglese si era battuto più volte contro le dittature – andò a combattere in prima persona contro i franchisti durante la guerra civile spagnola – dedicando feroci critiche nei loro confronti. Ciò che lo distingue da altri suoi contemporanei dello stesso avviso è però la sua profonda avversione contro lo stalinismo.

Orwell, infatti, non faceva distinzioni tra nazismo, fascismo, franchismo e comunismo: erano tutti regimi totalitari, e in quanto tali andavano combattuti in nome di quello che lui definiva socialismo democratico. Questa sua idea non venne però recepita all’epoca perché le persone non riuscivano a vedere il totalitarismo come concetto super partes, applicabile a qualunque stato o società (il Socing racchiude il peggio sia del nazismo che del comunismo), ma lo declinavano seguendo le classiche bandiere politiche (destra e sinistra).

Identità individuale VS Identità collettiva

Chi ha studiato un po’ la Storia del Novecento sa che una delle prerogative dei regimi totalitari è cancellare l’individuo in favore di una collettività che si identifichi con il regime. In 1984 è esattamente questa l’antifona, ed è proprio per questo che Winston diventa un nemico del Partito: il solo fatto di tenere un diario segreto nel quale annotare le sue considerazioni personali, il fatto di avere un punto di vista suo, solo suo, è un peccato mortale agli occhi della governance.

Altri comportamenti cospirazionisti che Winston adotta nel corso del romanzo sono poi – oltre alla sua relazione clandestina con Julia – il fatto che ami trascorrere del tempo da solo passeggiando nei quartieri dei prolet – dove i membri del Partito non dovrebbero andare – invece di passare il suo tempo libero nei centri sociali a svolgere attività ludiche pro-partitiche. Ed è proprio la sua identità individuale che verrà distrutta quando Winston sarà arrestato e torturato nel Ministero dell’Amore – una distruzione che culmina con quello che accade nella Stanza 101.

Il controllo della realtà

Il Partito controlla i cittadini di Oceania tramite una combinazione di sorveglianza, terrore e propaganda. La presenza dei teleschermi in ogni stanza ricorda ai cittadini che sono costantemente sotto osservazione, e tutti vivono temendo che i vicini, i colleghi o addirittura i familiari li denunceranno alla psicopolizia. Un altro modo in cui il Partito controlla le menti delle persone è distruggendo le prove storiche che contraddicono quello che il Partito desidera che le persone credano.

Winston e i suoi colleghi hanno come compito quello di riscrivere gli articoli di giornale e i documenti per adattare il materiale scritto alla versione della storia supportata dal Partito, un lavoro infinito, dal momento che il Partito cambia costantemente i fatti per supportare le sue azioni. Infine, i libri che descrivono il passato in un modo che non è conforme all’ideologia del Partito vengono distrutti o tradotti in Neolingua, una forma di inglese progettata dal Partito e che manca delle parole che sono considerate inutili o pericolose, e che quindi impedisce pensieri rivoluzionari.

Sesso, amore e lealtà

In 1984 l’amore e il sesso assumono connotazioni asettiche e piuttosto morbose – come quando Winston racconta nel suo diario del suo incontro con una prostituta prolet. Il Partito, infatti, regola i matrimoni e educa i cittadini a una vita di castità la cui unica eccezione è una procreazione che però si riduce a un mero atto meccanico. Come nota Julia parlando con Winston, il fatto che il Partito controlli gli atti sessuali e le emozioni non è casuale.

La repressione sessuale in atto nel mondo di 1984 è funzionale perché genera isteria e quest’ultima, a sua volta, si trasforma in frenesia bellica – i Due Minuti d’Odio, l’iniziale odio di Winston per Julia perché non può permettersi di desiderarla – e in venerazione per il Partito. Alla luce di questo capiamo anche perché il tradimento finale che Winston opera nei confronti della ragazza, nella Stanza 101, sia così importante: l’uomo rinnega l’amore per la donna in favore di quello per la patria e per il rappresentante del Partito, ovvero il Grande Fratello: l’unico amore che conti.

Lotta di classe

Prima di passare agli adattamenti – che è il motivo per cui questo blog esiste – vi parlo dell’ultimo tema presente in 1984, anche se a parer mio si tratta di un argomento che passa in secondo piano rispetto a quelli che ho già evidenziato. Sto parlando della lotta di classe, alla quale Winston pensa più e più volte nel corso del romanzo, ma che è completamente assente nella società in cui vive proprio perché il Partito è riuscito a creare un sistema perfetto. Nel mondo di 1984 esistono tre classi sociali: il Partito Interno, il Partito Esterno e i Prolet.

Winston e Julia appartengono al Partito Esterno, O’Brien a quello Interno. Quando Winston legge il libro di Goldstein, il suo manifesto politico, apprende la teoria della lotta di classe – nel mondo reale concretizzata da Marx ed Engels con il Marxismo – ma dopo aver letto pagine e pagine di quel testo Winston sa comunque di non aver appreso niente di nuovo: è vero quello che Goldstein scrive, ma è anche vero che il ricambio ciclico notato da Marx ed Engels per cui il ceto medio sostituisce quello alto con l’aiuto del ceto basso non può verificarsi in 1984 perché, come nota O’Brien, i Prolet non usciranno mai dal loro stato d’ignoranza, dunque non aiuteranno mai il Partito Esterno – devoto al Grande Fratello – a soggiogare i membri del Partito Interno.

Gli adattamenti

Anche se Orwell non ha potuto godere della fama e degli apprezzamenti rivolti a 1984, il romanzo è diventato un cult e la pietra angolare del genere distopico (anche se non è stato il primo del genere, ma questa è un’altra storia). Adattarlo non è certo facile, infatti nel corso degli anni sono solo tre i registi che hanno pensato di portarlo sul grande schermo. Visto che l’ultimo film, però, non è ancora uscito nelle sale mentre scrivo, vi parlerò dei primi due adattamenti del romanzo, entrambi appartenenti al secolo scorso.

Nel 2000 non sorge il sole (1956)

La prima trasposizione di 1984 in italiano si chiama Nel 2000 non sorge il sole (perché? In fondo è ambientata nell’anno giusto). Diretto da Michael Anderson (La fuga di Logan), le sue star di punta sono Edmond O’Brien nei panni di Winston, Jan Sterling in quelli di Julia e Michael Redgrave in quelli di O’Connor – che sarebbe O’Brien. Il film è un ottimo adattamento del romanzo, soprattutto per quanto riguarda le scenografie e le atmosfere – i Due Minuti d’Odio sono perfetti. Sono presenti alcuni elementi originali, come per esempio l’autoperquisizione che Winston compie di fronte al teleschermo una volta rincasato, o il vestito che Julia indossa nella stanza del signor Charrington – nel romanzo si limita ai trucchi e sogna un vestito, ma non lo indossa mai davvero.

Per quanto riguarda le differenze, sicuramente sono stati apportati molti tagli alla storia, che inizia direttamente nell’antiquario di Charrington e che elimina ogni momento fisico tra Winston e Julia in favore di semplici effusioni – comprensibile, vista l’esistenza del codice Hays nel ’56. Inoltre, molti degli elementi della trama vengono mostrati senza una adeguata spiegazione, il che può spiazzare lo spettatore che non ha letto il libro, come nel caso del bipensiero. Anche quello che accade nella Stanza 101 sembra perdere di incisività nel film, e i caratteri di Winston e Julia sono molto diversi. Se nel romanzo il primo è più riflessivo e debole mentre la seconda è più temeraria e furba, nel film è Winston a sembrare più deciso e intraprendente, mentre Julia appare remissiva e dolce – un capovolgimento caratteriale che ristabilisce i ruoli di genere per com’erano intesi in quegli anni. Sulle note di una colonna sonora che sembra a volte fuori contesto, Nel 2000 non sorge il sole si conclude con un monito agli spettatori: il comunismo è cattivo e se non starete attenti c’è il rischio di finire proprio come i cittadini di Oceania.

Orwell 1984 (1984)

Per sintetizzare: Orwell 1984 è uguale al libro. Sul serio. Lo è sia dal punto di vista temporale – più accurato del predecessore – che dal punto di vista concettuale. Il fatto che sia stato girato negli anni ’80 ha sicuramente facilitato il compito di Michael Radford (Il postino), che ha potuto mostrare anche l’aspetto più fisico e brutale del romanzo di Orwell. Winston (John Hurt) e Julia (Suzanna Hamilton) sono le copie viventi delle controparti cartacee insieme a O’Brien (Richard Burton).

Orwell 1984 è quindi sicuramente più completo di Nel 2000 non sorge il sole, avendo anche le filastrocche al suo interno e molte più sequenze riflessive dalle quali emergono l’io di Winston e il suo passato. Il vestito che Julia indossa, invece, è un riferimento al film precedente, e in generale se dovessi scegliere tra le due pellicole sarebbe questa ad avere il mio cuore, ma c’è comunque un problema di fondo, comune al film del 1956: si dà per scontato che lo spettatore abbia letto il libro e dunque capisca anche ciò che non viene esplicitamente spiegato. Questo è però un errore: se ci si mette nei panni di chi non ha idea di che storia racconti 1984 è molto probabile che alla fine trovi entrambi i film incompleti e difficili, soprattutto quest’ultimo dal momento che ci sono molte sequenze oniriche e astratte.

Egli era un fantasma isolato, che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udito, ma finché avesse continuato a proclamarla, in un qualche misterioso modo l’umana catena non si sarebbe spezzata.

G. Orwell, 1984

Mentre scrivo questo lungo post/articolo esce al cinema un nuovo adattamento di 1984, e chissà come renderà il romanzo di Orwell. Per il momento il mio preferito resta quello del 1984. John Hurt e Suzanne Hamilton sono perfetti nei rispettivi ruoli, le ambientazioni sono accurate e la vita interiore di Winston trova uno sbocco che nel primo film è assente. Se volete dirmi cosa ne pensate potete commentare qui sotto o scrivermi su Instagram: 1984 ormai è la mia nuova ossessione, quindi chiunque abbia qualcosa da dire sarà letto dalla sottoscritta. Vi aspetto su AdattaMENTI per il prossimo articolo e su A Mani Sciolte per il prossimo racconto.

Autore: Francesca

Scrivo. In pratica non so fare altro: sono goffa, timida e secondo qualcuno amo dormire a testa in giù. Ma amo anche leggere e osservare. Insomma, mi piace scappare dal mondo reale per rifugiarmi in quelli immaginari.

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